Un poco mi affascinano queste notizie di uomini che si suicidano per il dolore di rapporti che sono finiti male. O che stanno per finire male. L’ultimo caso ieri, una notizia piccola persa tra altre più importanti. Succede spesso.
E’ provato che sia tanto più frequente tra gli uomini. Fra tutte le possibili interpretazioni, si potrebbe scegliere quella per cui certi uomini non sono in grado di gestire i sentimenti, e le perdite, che poi sarebbe lo stesso motivo dei delitti passionali quando le cose prendono una piega peggiore. Sarebbe pure un’interpretazione plausibile, quella della debolezza. Oppure si potrebbe scavalcare tutte le spiegazioni e contemplare soltanto il romanticismo shakespeariano di questi romei che ad un certo punto, non ce la fanno.
Svolta Crepet?
mah, per quanto ne vedo io, da una parte l’uomo è meno avvezzo a gestire il dolore (in fondo noi donne siamo sempre lì che ce la contiamo e che ci consoliamo l’un l’altra), dall’altra parte una donna mediamente è abituata a non preoccuparsi solo di se stessa e quando non ce la fa più c’è sempre qualcuno che arriva a ricordarle: “pensa ai tuo figli/a tuo marito/ai tuoi genitori”, per cui non può suicidarsi perché deve occuparsi di qualcuno che ha bisogno di lei (anche solo presuntamente eh, non è necessario che sia vero nella pratica).
(lise, adoro il tuo pragmatismo) e raf, ti affascinano come uno spettacolo da zoo, no? qualcosa che tu non sarai mai
(mi è uscito involontariamente più acido del dovuto, sorry)
ma no figurati. mi affascina quello che ho scritto, cioè la rappresentazione estrema di romanticismo. e mi affascina come quasi nessuno si interessi a questo argomento.
capostipite fu Pesotto. Gli dedicarono anche uno striscione. “Pessotto simulatore. S’è buttato o era rigore?”
già!