cose 4 zeronove 2011

C'è una ragazza in strada sotto la mia finestra: aspetta qualcuno. Capisco che aspetta qualcuno perché si alza sulle punte ad ogni automobile che passa, spiando nell'abitacolo.

 

Se l'automobile non è quella giusta, si gira dall'altra parte e si specchia nel vetro di una finestra e si aggiusta gli occhiali, prima sugli occhi, poi sui capelli. Aspetta forse venti minuti e non si accorge di me – che ad osservarla da dietro il vetro mi sento un gatto. Poi all'improvviso se ne va e non sembra arrabbiata. Se ne va e basta.

 

Aspettavi chi? Mi verrebbe da chiedere. E per cosa? E perché non riconoscevi il modello di automobile? Cos'era quel lungo tubo che tenevi in mano? Era una cosa di lavoro? Ma No: era sabato, e tu eri in jeans. E perché ci tenevi a come ti stavano gli occhiali? E perché non hai chiamato al telefono chi doveva venire da te? E perché sei andata via senza intristirti?

 

C'è un cinese che fotografa le auto di notte mentre torno a casa dopo aver affittato una bicicletta – altro dettaglio favoloso di brussèlle, poter affittare biciclette ovunque per un euro e 50 – e penso che forse ti volevi uccidere, mettendoti con la macchinetta al ciglio della strada, cinese che non sei altro.

 

Brevissima recensione dell'ultimo album di Jovanotti – o “Lorenzotti” come dicono gli Elii. Troppi brani, ma nel complesso ancora credibile. Dovrebbe sempre evitare di cantare in inglese, ma pure di dire “Yeah”, che gli viene male. La deviazione verso l'elettronica, pure quella è molto credibile. Il brano di cui sotto, mi piace tanto, però servono le cuffie e il volume alto.  

  

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