Che io sappia Amélie Nothomb ha parlato pochissimo di Brussélle nei suoi libri. E questo libro – apprezzato regalo di M. – era da parte da un po', quando ancora non ci ero neanche arrivato, a Brussélle. Le parole dei libri mi inseguono, ultimamente:
Poco dopo andai a votare a Bruxelles. Il 7 giugno c'erano sia le elezioni europee che le regionali. Non mi perdo un'elezione per niente al mondo. In Belgio, è ovvio, chi non vota viene sanzionato con una multa non trascurabile. Per quanto mi riguarda, non ho bisogno di questa minaccia: morirei piuttosto che non compiere il mio dovere elettorale. E poi è un'occasione per rivedere Bruxelles, che è stata la mia città e che ormai non frequento più abbastanza. La vita di Bruxelles ha una dolcezza che i parigini non immaginano neanche.
Amélie Nothomb – Una forma di vita.
E guarda un po': domani sono in Salento. Quindi potrei votare pure io e infatti lo farò. Epperò mi pare difficile. Voglio dire: leggo tantissimi giornali, pure troppo, forse un giorno mi licenzieranno per la mia eccessiva e smaniosa attenzione alle notizie, editoriali, lanci Ansa, reportage eccetera eccetera.
E in tutto questo, non so cosa votare.
La questione è che B. ha detto che lui non vota, quindi in pratica vota No. Quindi di conseguenza in questo momento storico si deve fare tutto l'opposto di quello che dice B., altrimenti non fai parte di questo momento storico. Io proprio non lo so. Cioè: ho un paio di semicertezze e un paio di non lo so. Devo studiare la materia? Comincio a leggere e leggere ma non finisce più. Mi ritrovo molto ignorante. Dovrei comprare dei manuali di economia e diritto, prendere le ferie e stare chiuso in casa con tantissimi evidenziatori a disposizione. Ipotizzare scenari possibili e quantificare il rischio di ciascuno. Bilanciare i dati oggettivi con la mia coscienza. Fare un frullato di tutto questo e poi andare a votare. Non ce la faccio. Voi che invece lo sapete mi fate paura.
Andrò a votare solo per dire di far parte di questo momento storico.
Rafaeli, giusto giusto ho scritto un post sul referendum. Leggilo. E magari lasciami pure un commento, eh.
Baci,
Chiara
Pensa a questo: 3 milioni di italiani legalmente residenti all'estero hanno votato ai quattro questiti del referendum per posta. Dopo il loro voto uno dei quattro quesiti è stato modificato. Cosa fa la classe dirigente? Annulla il voto con il quesito cambiato. Ma non consente a chi ha votato di rivotare con il questito nuovo. Il mio diritto di voto se ne va affanculo praticamente, e in più il quorum resterebbe lo stesso e dobbiamo solo sperare che Di Pietro la spunti.
Secondo me tu come italiano all'estero che può votare in Italia e che in più ti trovi anche lì hai il dovere di andare a votare, anche scheda bianca se l'argomento del referendum non ti interessa, ma vota. Solo per dimostrare che esistiamo. Appunto.
Saluti,
Annamaria
già che tu vada mi sembra una cosa positiva. comunque ho letto un articolo secondo cui maggiore è la quantità di informazioni e più è difficile prendere una decisione. quindi vota d'istinto e tacita la tua coscienza.
http://bit.ly/jMP8lX e http://bit.ly/mzL0qX .. io dopo lunghi tentennamenti e molte riflesisoni ho deciso: sono per il sì, tranne che per quanto riguarda l'acqua, e ti posto questi due articoli che mi hanno fatto riflettere molto.. in ogni caso, penso che la cosa più importante a questo punto sia andare a votare e farsi delle domande.
: )
ah sì non mi ero firmata.. –'
hai dubbi pure sul legittimo impedimento o solo su acqua e nucleare?
nel mio piccolo, anche io domani mi sposto per votare.
Informarsi è bene, a prescindere.
In questo caso comunque, secondo me ha un po' ragione Gilioli.
Ah, un'altra cosa: se stai a casa, vai a votare. Disegna pure un paio di cazzi sulla scheda se non hai proprio idea, ma vacci, perché qua ci vogliono fare fessi ancora una volta.
non mi connetto più su splinder da tempo, ma qui passo spesso volentieri. Anche sta volta come al solito hai centrato in pieno i miei dubbi. e la paura che mi fanno le altre persone. 🙂