Devo dire Barack che sono d’accordo con la Signoria Vostra, sul fatto che Ipod Xbox e Playstation sono begli intrattenimenti ma non certo mezzi di crescita ed emancipazione. E che bisogna sempre studiare. Sto discorso, poi, adesso ha preso in mezzo pure internet, che pure lui se vogliamo e’ un bell’intrattenimento ma non un mezzo di crescita e di emancipazione.
Guardi, signor Barack, io le porto la mia esperienza, che quella c’ho. Internet e’ una gran bella cosa e la mia vita non sarebbe quella che e’ se non ci fosse. Credo che non sopporterei nemmeno essere un emigrante, oggi, se non ci fosse internet. Io non lo so se mi cresce, internet. Mi cresce? Mbah.
Il problema sa qual’e’? Con internet uno segue le sue inclinazioni del momento all’infinito. Mi spiego.
Tu cominci a leggere le notizie di economia, poi sulla stessa pagina scopri che a Terence Hill hanno rubato il portafoglio, poi leggi la biografia di Mario Girotti in arte Terence Hill, poi scopri che una volta non ha fatto un film perche’ i produttori americani hanno fatto confusione con Giuliano Gemma, poi scopri che Giuliano Gemma vive a Cerveteri, poi scopri che Cerveteri ha 34 mila abitanti, poi non sai come finisci a leggere dell’infortunio di Van Basten di venti anni fa, poi ti interessi alle consistenze cartilaginee e poi – siccome la pagina di Cerveteri era rimasta aperta – leggi dei giochi in epoca etrusca come il bottago, poi dei video di youtube dove le ragazze nere si lamentano che si devono lisciare i capelli ricciolini per piacere ai maschi neri, poi dei motive per i quali le ragazze asiatiche preferiscono i ragazzi bianchi, poi lasci perdere e chiudi tutto.
In effetti cresce la mia conoscenza, ma in moodo tumorale, come una pianta che rompe l’asfalto con le sue radici, tutta storta per raccogliere il sole.
Studiare significa che quello che c’hai davanti devi cominciare e finire, e non ci sono santi – come si dice. Non ti va? Devi finire. Terence Hill? Devi finire. Alla fine se ci riesci sei cresciuto, ma cresciuto dritto. Ha a che fare con la virtu’ – sta parola il cui significato non mi e’ chiaro ma dovrebbe essere un sinonimo non esatto di “qualita’” – e ti ricollega forse al piacere perverso della penitenza.
Detto questo, signor Barack, l’ho vista all’ingresso del Museo delle Cere di Amsterdam ieri mattina, c’era gente che si faceva la foto con lei – con la sua statua voglio dire – che le assomigliava molto ma non troppo, c’aveva nel sorriso qualcosa di uno che conosco al paesello che non mi viene il nome, adesso.
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sono perfettamente d'accordo con te. Cioè ci sono momenti in cui mi stupisco e dico: ma prima quando non c'era Internet come si faceva?Allora mi ricordo dell'estrema soddisfazione nell'aver scovato i libri di greco con traduzione a fronte a casa di mia cugina, così quando mi telefonava il compagnetto c'avevo la versione belleffatta da sfoggiare. Ricerca dell'argomento xy? Giravi nel database della tua capa, ricordavi che zia Concetta c'aveva l'enciclopedia Z e speravi che il vecchio professore vicino di casa tua non avesse gettato le riviste che teneva nel garage per parare le patate dalla luce che le avrebbe guastate. Ora invece hai tutto questo ben di dio, hai questo tumore ipertrofico di notizie che scoppiano come pop corn e ci sono momenti in cui, lo ammetto, io rimpiango quei tempi. Melissa
Un ragionamento approfondito e che però lascia in bocca il sapore del dubbio su da che parte stare (se servisse stare da una parte) l'ha fatto Baricco con "I Barbari".Che sono quelli che la conoscenza la costruiscono in orizzontale. Io vecchio modello, penso che si debba andare in profondità. E fare fatica.Fare ricerca ai tempi di google scholar è una cosa che non si può capire, tirata da un lato dalla varietà e ramificazioni tra citazioni e parole chiave e dall'altro lato dal sapere che devi fermarti e andare giù dentro una parola chiave fino in fondo.non è semplice.