Mi vergogno di essere calabrese. Ogni tanto per la verità mi vergogno anche di essere italiana. Ma per chi vive in questa regione di merda, in questa fogna piena letame è ancora più difficile riuscire ad avere una visione decente del mondo. E’ difficile rimanere e lottare contro tanta ignoranza che circonda questo tipo di società, e la cosa più conveniente da fare è andarsene.Neanche tanto amalincuore, poichè forse si vive una volta sola, e sprecarla in questa fogna significherebbe sprecare la propria vita. Qui sfruttano indiani, africani, persone dell’ Est Europa, e si permettono pure di minnacciarli, sfruttarli e offenderli.Vorrei sapere chi farà i loro lavori quando se ne andranno,chi zapperà la terra o pulirà i culi dei vostri vecchi.
E’ paradossale inoltre il fatto che più il colore della pelle di queste persone si avvicina alle gradazioni del nero, e più la gente si sente in diritto di trattarli come bestie! Le ukraine lavano il culo dei nostri nonni, gli indiani fanno i muratori e giardinieri, i neri zappano la terra fino allo sfinimento, vivendo in codizioni disumane, al freddo e nello squallore di garage riservati a loro. Si dimenticano però che una volta eramo noi i neri, e magari i loro nonni in passato avranno tentato di attraversare ‘the golden door’ e sono stati respinti, perchè considerati negri. Ieri a noi, oggi a loro. Oggi a loro, domani ai vostri figli. Ai figli, i nipoti, e tutta la settima generazione di sti stronzi figli di puttana, abituati a non fare un cazzo dalla mattina alla sera e ad avanzare pretese nei confronti della gente che lavora onestamente. Ma anche e soprattuitto, ai figli, i nipoti e tutta la decima generazione di Maroni e Co. che parlano tanto per aprire quella fopgna di bocca, facendo danni con la motopala.
Mi vergogno di essere calabrese. Ogni tanto per la verità mi vergogno anche di essere italiana. Ma per chi vive in questa regione di merda, in questa fogna piena letame è ancora più difficile riuscire ad avere una visione decente del mondo. E’ difficile rimanere e lottare contro tanta ignoranza che circonda questo tipo di società, e la cosa più conveniente da fare è andarsene.Neanche tanto amalincuore, poichè forse si vive una volta sola, e sprecarla in questa fogna significherebbe sprecare la propria vita. Qui sfruttano indiani, africani, persone dell’ Est Europa, e si permettono pure di minnacciarli, sfruttarli e offenderli.Vorrei sapere chi farà i loro lavori quando se ne andranno,chi zapperà la terra o pulirà i culi dei vostri vecchi.
E’ paradossale inoltre il fatto che più il colore della pelle di queste persone si avvicina alle gradazioni del nero, e più la gente si sente in diritto di trattarli come bestie! Le ukraine lavano il culo dei nostri nonni, gli indiani fanno i muratori e giardinieri, i neri zappano la terra fino allo sfinimento, vivendo in codizioni disumane, al freddo e nello squallore di garage riservati a loro. Si dimenticano però che una volta eramo noi i neri, e magari i loro nonni in passato avranno tentato di attraversare ‘the golden door’ e sono stati respinti, perchè considerati negri. Ieri a noi, oggi a loro. Oggi a loro, domani ai vostri figli. Ai figli, i nipoti, e tutta la settima generazione di sti stronzi figli di puttana, abituati a non fare un cazzo dalla mattina alla sera e ad avanzare pretese nei confronti della gente che lavora onestamente. Ma anche e soprattuitto, ai figli, i nipoti e tutta la decima generazione di Maroni e Co. che parlano tanto per aprire quella fopgna di bocca, facendo danni con la motopala.
Maria
concordo con maria