Così tanta pioggia e vento ieri sera mentre uscivo dal mio studiolo nell’universita’ e cercavo di raggiungere la macchina, cosi’ tante avversita’ una dietro l’altra – la pioggia laterale, il vento che fischiava fortissimo, l’ombrello che si rivoltata dall’altra parte come nei film, l’autobus che passa e ti schizza, un fiume che si forma all’improvviso dove prima non esisteva e che lo devi saltare senza scivolare nel letto di foglie marce, l’ombrello che ti scappa di mano e comincia a rotolare trascinato dal vento in un pozzanghera enorme – tutte queste cose insieme, quando sono arrivato finalmente alla macchina mi aspettavo di trovarci il mostro finale, quello che nei videogiochi anni 80 e 90 dovevi uccidere per passare al quadro successivo.
sei salvo,
vero?
una carezza,
cesy
Ma poi sei passato al quadro successivo?
Matrilineare: il quadro successivo era trovare un parcheggio senza farmi dare una multa. Superato.
ma lascia perdere che io anche sono arrivata a quel livello ma invece della macchina ho trovato la bicicletta
la vita a volte è un videogioco di merda