“se avesse vent’anni, lei, cosa farebbe?”
“me ne andrei all’estero.”
“non proverebbe a cambiare l’Italia?”
“ci ho provato per lungo tempo. ho qualche difficolta’ a credere che si possa cambiare da soli. tutto avviene per piccoli gruppi. i cambiamenti devono coinvolgere gruppi molto consistenti; se non si raggiungono queste dimensioni é difficile cambiare. é un miraggio che qualcuno, o un elite, spesso anche marginalizzata, possa creare un cambiamento di quelli significativi..”
“qual’é il cambiamento che potrebbe aiutare?”
“un cambiamento fondamentale sarebbe quello di premiare la gente per quello che vale”
ecco.
"un cambiamento fondamentale sarebbe quello di premiare la gente per quello che vale”
Se lo dice Celli, direttore generale (!?!) di un’università in cui con il merito ci fanno gli aereoplanini di carta, allora ci credo!
Ma guarda che simpatica ironia. Che lucido realismo. Applausi.
Ci vuole molta faccia e molto coraggio, dopo aver rappresentato un’istituzione del genere, per fare simili affermazioni.