il mio padrone di casa

Il mio padrone di casa, che vive qui sopra insieme alla moglie – viviamo nella stessa casa, praticamente, ma facciamo tutti finta di No, con la differenza che solo io ho il frigorifero incastrato fra le biciclette del garage – per quattro soldi di affitto accetta di trovarsi in casa un estraneo (ovvero io) che nel silenzio dello studiare fitto fitto fitto è costretto ad ascoltare per intero il gracchiare di una litigata crescente fra i due coniugi, una litigata che cresce cresce cresce fino ad un punto di paroline veloci e acute – pronunciate da lei – veloci veloci e asfissianti e irritanti, e poi una serie di grugniti pesanti – di lui – fino al punto a che tutto questo crescendo di gridolini e e grugniti viene a concludersi con uno schiaffo – Spaf! da parte di lui, sulla faccia di lei – che provoca dopo qualche istante di tensione il pianto strozzato di lei e il silenzio cupo di lui, che uno a questo punto potrebbe dire Che Schifo La Violenza, ma oggi – un giorno esatto dopo lo schiaffo conclusivo di ieri – ha prodotto un Pucci Pucci generale e ributtante che io, dal piano di sotto, separato solo da muri sottilissimi, già sento la mancanza della litigata crescente, anche se poi (e qui sarebbe ora di mettere un punto ma non ci riesco) oggi lei era così Pucci Pucci e servizievole che la mia busta di biancheria sporca l’ha accettata con una serie di Yess, e poi mi ha restituito tutta la mia roba piegata pulita e forse – sospetto poco fondato data la mia scarsa conoscenza dell’argomento – perfino impregnata di ammorbidente.

9 pensieri su “il mio padrone di casa

  1. Rafeli Me raccumannu danne nu pocu de calore salentinu a dda cristiana cucinali doi cicore doi pampaciuni e nu pocu de marmellata de fiche e vidi ca tuttu vae megghiu.
    Cumpare Ronzu.

  2. invece i miei due simpaticissimi coinquilini, chiaramente un lui e una lei, non la smettono mai di litigare, e più litigano più è difficile che lei gliela dia più litigano a voce ancora più alta… non so se io ne uscirò viva

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