Una ragazzina rom allatta il suo bamboccio accovacciata per terra, vicino all’entrata del supermercato; il bamboccio poppa la sua razione quotidiana di latte materno e fumo di scappamento di autobus, forse misto a qualche acaro di piccione. Un nordafricano magrissimo alla fermata ha la faccia secca e stanca, ampi spazi vuoti nell’arcata dentaria superiore e una schiena storta verso destra – o verso sinistra, non ricordo – e la sua pelle marroncina non suda sotto sto sole assassino. Indossa una felpa – con questo caldo – sgualcita e stinta, con la scritta “Siamo O Non Siamo un Bel Movimento? Jovanotti” che forse avrà ripescato fra le scorze di melone in qualche discarica. Mentre cammino in questo caldo assassino mi chiedo dove l’avrà trovata – sta felpa antichissima che mi ricorda le mie scuole elementari – e che faccia avrà adesso il primo proprietario della stessa.
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La ragazzina rom continua a porgere la mammella affumicata al bamboccio e gli autobus scappano sulle strade, non devono fermarsi che di gente da caricare ce n’è poca.
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Le commesse dei negozi del centro non hanno da badare ai clienti, ché i clienti sono tutti moribondi lungo le strade a causa del caldo, e allora possono sbucare sulla porta dei negozietti per cinguettare con i loro pretendenti. Il pretendente della commessa da negozio di abbigliamento del centro è tipicamente un uomo armato di scooter di grossa cilindrata con pantalone colore pastello e nei casi più gravi perfino bianco, anche se io preferisco quelli col pantalone color albicocca e il mocassino marroncino chiaro. Se il pretendente della commessa arriva a bordo di una grossa motocicletta – al posto dello scooter – allora probabilmente avrà anche uno di quei giubbottini da motociclista, di quelli duri e asfissianti e con le spalle rinforzate. Sono quei giubbottini che solo a guardarli ti prende un senso di Sahara nell’animo, ma che al pretendente-della-commessa invece non fanno alcun effetto, anche sotto sto sole assassino, e per questo motivo cominci a pensare che forse ste motociclette moderne c’avranno un sistema di raffreddamento del guidatore che tu ancora non conosci, tipo un tubo di aria condizionata che si infila su per il deretano e che ti raffredda dall’interno.
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Le vetrine sono piene di immagini di ragazze con i femori spropositati, ma per le strade invece passeggiano tutti femori nella norma. Se c’è qualche femore spropositato, allora è rinchiuso nei negozi di abbigliamento a fare la commessa, ma spesso anche lì ci sono molti femori nella norma. Ad un incrocio trovi un paio di veri femori spropositati femminili – cioè, ne trovi due paia, quindi quattro lunghissimi femori – che sono impegnati in una promozione di un profumo e distribuiscono campioncini alle passanti anche loro, quanto a femori, normodotate.
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Questo fatto dei femori spropositati che sono così rari – ma allo stesso tempo così pubblicizzati – questo squilibrio tra immagine e realtà, che quando ne trovi uno ti pare di aver incontrato una deformità anatomica, mi fa ricordare del me stesso bambino che al paesello guardava i telefilm americani con i protagonisti di colore. Che io lo sapevo, grazie ai telefilm, che esistevano i colorati, ma al paesello erano tutti bianchi, tutti nessuno escluso, ché al paesello non è come nella grande città che ci trovi il colorato già nella tua stessa classe come compagno di banco. Al paesello il primo colorato lo vedi la prima volta che sei già grande, e la prima volta riesci pure a spaventarti.
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Una cosa che non c’entra niente, volevo infilare un’immagine del Jovanotti dell’epoca della felpa di cui sopra, ma non l’ho trovata. Ho trovato invece questa, che non c’entra niente ma è così bella che dovevo infilarcela per forza.
d’accordo con te.
questo dovrebbe essere più o meno di quel periodo: http://it.youtube.com/watch?v=Od6XrCRaxoA
d.
le foto dei femori chilometrici sono ritoccate al fotosciop. io, che sono invece ipodotata, di questi femori spropositati ne vedo fin troppi per i miei gusti
ma si che si vedono i colorati al paesello:al mercato che vendono collane!
nà
Jovanotti che per tanti è passato remoto per me è quasi presente, nel senso che il mio passato si dilata fino a Guccini e, a proposito di femori lunghi e ancor più di sofferenza per averli nella norma, mi fa citare: ” O forse non è qui il problema
e ognuno vive dentro ai suoi egoismi vestiti di sofismi
e ognuno costruisce il suo sistema
di piccoli rancori irrazionali, di cosmi personali,
scordando che poi infine tutti avremo
due metri di terreno… ”
Allegria 🙂
Mario
ti ricordi jovanotti quando cantava ” ma che caldo fa”?
o anche: piove, madonna come piove, senti come piove?
I giubbotti di cui parli, in realtà accumulano l’aria fresca…ecco perchè continuano a portarli anche ad agosto, lo so perchè una volta la mia gherl si è spaventata perchè parlava con uno appena sceso dalla moto e sentiva questo strano sibilo…e si guardava intorno, stranita. Dopo un pò ha scoperto che era l’aria che stava uscendo dal giubbotto, che pian piano si stava sgonfiando. Chiaramente gli ha riso in faccia, non ha resistito. e comunque questo rende ancora più grave il tutto!
fantastico quadro. soprattutto l’uomo in scooterone.
è che siamo un bel movimento.
“La puzza di benzina
mi fa girar la testa
quando sto su di lei
è proprio la mia festa
mi guardo quando passo
sui vetri dei negozi
mi accorgo che con lei
mi sento proprio Fonzie.
Lei non è mai gelosa
non è mai preoccupata
per essere sorridente
basta una lucidata
e quando io la guardo
e penso che è la mia
mi sento il più gasato
pischello che ci sia.
Ma lo sai che c’hai una bella moto
stasera voglio uscire con te.
Ma lo sai con quella bella moto
stasera sono tutta per te.
Sei come la mia moto
sei proprio come lei
andiamo a farci un giro
fossi in te io ci starei. “
Pardon…il #7 sono io…PENSIERILAIT…
pensa a me, di femore ipodotata.
io vivo tutto il santo giorno con quei femori (non i miei che sono normali), e non sono ritoccati a fotoscioppe. sono solo luuuuuuuuunghi. fanno un po’ paura.
o che bello. ma cos’è un femore?