Se sulla porta del locale comincio a chiedermi se voglio davvero entrare oppure No, è già chiaro che alla fine poi non entro.
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In tutto questo contesto di biondeggiante biondame di femmine bionde che entrano mi pare già scontato che alla fine io lì dentro non entrerò. Penso che potrei entrare, certo, e bene che va mi bevo qualcosa, e poi dopo bene che va magari mi metto a parlare con qualcuno. Oppure come l’altra sera con quella bielorussina simpatica, succede che qualcuna si mette a parlare con me. Bene che va. E poi magari, bene che va, questa qualcuna che mi parla (molto probabilmente bionda) mi trova simpatico e vuole da me qualcosa. Se le cose vanno liscie, bene che va, me lo fa capire in modo esplicito e poi ci troviamo a decidere cosa fare più tardi e soprattutto dove. Sulla porta del locale penso che potrei trovarmi più tardi a decidere cosa fare e dove. Allora afferro la mia coscienza per le orecchie, la guardo negli occhi e gli chiedo:
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“Ma tu ne avresti voglia?”
“Mmm.. No”
“ E bene che va?”
“No”
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Allora lascio perdere tutto, questa stitichezza di scelte e di dita morsicate, e me ne vado con le cuffie nelle orecchie giù in metropolitana. Con le cuffie nelle orecchie mi vien voglia di rivolgermi a Samuele Bersani, chè se fossi a Bologna forse lo incontrerei per strada ma qui mi pare un po’ difficile. Caro Samuele, tu sei un bravo artista, e certe volte scrivi pure belle canzoni. Ma porca la miseria, Samuele, scrivi una bella canzone (davvero, mi piace) e poi cosa fai? La intitoli Una Delirante Poesia ? Ma ti pare? Samuele, cazzarola, sembra il nome di un blog di Splinder di quelli effimeri, di quelli creati con mille aspettative romantiche e poi già morti dopo tre giorni.
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Poi nella metropolitana incrocio lo sguardo di una tipa dagli occhi lucidi a causa di chissà quale tristezza, e la frangetta obliqua e lucida, e la mia coscienza si risveglia e mi dice “Beh, si, con lei forse si potrebbe aver voglia di decidere cosa e dove”. Ma è sempre così, queste tipe dagli occhi lucidi e i bronci impenetrabili le incontri sempre che vanno da qualche parte, e mai che stanno da qualche parte, e se pure stanno da qualche parte, non stanno dove stai tu.
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E poi a pomeriggio incontro su messenger la mia amica raccoglitrice di cacche di zebra in Africa, e le chiedo Dai Visitami il Blog che fa fico averci una visita dall’Uganda. Ovviamente Splinder maledetto va in manutenzione giusto in quel momento e lei non mi può lasciare nessun commento, e quindi questo non è ancora, per adesso, il primo blog con un commento dall’Uganda.
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E poi, messenger, benedetto messenger. E’ l’una e mezza di notte, appena tornato da questa peregrinazione abortita in centro, premo due tasti per svegliare il mio computer e lei la trovo ancora lì.
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rafaeli scrive:
lo sai? il mio pc lo devo chiamare jun
junonic scrive:
perchè?
rafaeli scrive:
che tu stai sempre lì, è come se il mio pc fosse una persona ormai
rafaeli scrive:
non te la prendere
junonic scrive:
no no
junonic scrive:
il mio si chiama caterina
junonic scrive:
caterina, questa è jun
junonic scrive:
piacere
raffaele scrive:
ah be’ allora
raffaele scrive:
jun ricambia
mi sembra di stare un paese di quelli di montagna… ci si conosce tutti…
(forse perchè siamo molto autoreferenziali)…
dicesi villaggio globale… infatti, mica metropoli globale…
In bocca al lupo per il lavoro alla mega-multinazionale, sembra davvero una bella avventura…
il mio si chiama ugo.:D
il mio si chiama mafalda.io e caterina siamo amiche.tra l’altro mi chiedei:cosa ci hai contro pippi calzelunghe?
oh ssignur non ho ancora pensato a come battezzare il mio picì e lo faccio prestamente e cioè subito… lo chiamerò Tarpon.
penserò al nome per il piccì, nel frattempo, rafè, in amicizia ti prendo per le orecchie come la tua coscienza e dico, con affetto: busciardu!
(scherzo, eh, mica me la sono presa che ti avevo messo nei contatti di msn e tu mi hai detto che non ce l’hai messanger, nooo. era così per scrivere un commento, anche se umilmente arriva da milano. al limite te lo potrei scrivere da lecce. già sarei più vicina all’uganda in effetti. mm.)
la metropolitana fa brutti effetti, devono mettere qualcosa nell’aria per far piangere, altrimenti non me la spiego.
davvero samuele bersani lo incontreresti per strada a bologna? a roma c’è sempre tutto il mondo, ci si imbatte sempre in un sacco di gente, ma non si incontra mai nessuno… forse perchè, come hai scritto tu, le persone interessanti le si vede sempre scappare da qualche parte…
a rafaè, ma com’è che sei così allergico al biondume ultimamente, mentre nel tuo precedente viaggio tedesco apprezzavi il prodotto??
Che bello che ti fermi a guardare due occhi lucidi o un broncio impenetrabile. E’ molto poetico, eppure quando porti in giro due occhi cosi lo sguardo degli altri ti passa attraverso, perchè dove c’è da capire e ascoltare non ci si vuole mai fermare…
Uhm, mi ricorda un certo libro che ho scaricato qualche tempo fa.
io su msn ci sono fino al tramonto invece.
questa cosa degli incontri in metro o in giro, di gente che va, la sento addosso spesso.
secondo me è il fatto che vadano e che non stiano, a renderli affascinanti.
mi auotizzi ad aggiungerti ai miei contatti msn?
auotizzi sulle dita, autorizzi nella mente! 🙂
Nautike:
si a volte capita di vederlo per strada, anche se tra i Vip quella che vedo praticamente sempre è la signorina Eva Robins, che abita giusto di fianco a casa mia.
Leetah:
dici? ma è lo stesso di cui non mi hai poi detto nulla?
Bacca:
fai, ma avvertimi con una mail che sei tu sennò respingo.
Io manco ce l’ho il piccì, mi tocca andare a elemosinare quello degli altri… Però, quando ce l’avrò… studierò un nome fantastico.
Nel frattempo gironzolo e incrocio sguardi obliqui, e, avendo lo strabismo di venere, anche chi mi incontra incrocia uno sguardo obliquo. E qualcuno si ferma, anche se io vado… che bello Rafè che non consideri solo il “biondo”. Ti bacio gli occhi
oddio..questo tuo dialogo me ne ricorda tanto uno fatto tanto tempo fa con un vecchio amico..amarezza..