Il coinquilino Brava Persona la mattina mi dice Buenas Dias, e con ciò potete capire la confusione che regna nel mondo su cosa sia realmente l’Italia. Del resto tutto torna: un germanico mi da’ il Buongiorno la mattina dicendomi Buenas Dias e poi nel supermercato all’angolo ci trovo la pizza Salami Murtaadelli e Pomodoris, nelle versioni “Roma ti Amo” , “Margaritta” e “Grillata fiesta” con tanto di bandiera italiana stampata sulla scatola.
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E poi, siccome i Neri hanno il Ritmo nel Sangue, siccome Non c’è Due Senza Tre, siccome Una Volta Qui era Tutta Campagna, allora io che sono italiano Mamma & Mafia & Pummarola n’goppa , dico al coinquilino Brava Persona che se vuole cucino un po’ di pasta anche per lui. Tanto già lo so che ci vuole poco per impressionarli, sti germanici. Già il semplice fatto che io cucini un piatto di pasta tagliando dei champignons freschi viene considerato un evento, chè loro li concepiscono solo chiusi all’interno di un barattolo, già tagliati e sott’olio. Poi ci aggiungo della carne macinata e giro tutto assieme a pomodori pelati “Ciao Bella”. Faccio tutto senza un progetto preciso, ma alla fine la Brava Persona mi guarda con ammirazione, ed io mi sento molto Vissani con cento chili di meno. Di solito in Italia quando il condimento per la pasta viene fuori a cazzo, allora il trucco sta nell’aggiungere qualcosa che possa “amalgamare” e cioè – in altre parole – nascondere la stronzata di piatto che è venuto fuori. Di solito io ci aggiungo la panna, che la panna fa sempre scena, ha sempre il suo giusto effetto illusionista da David Copperfield del fornello.
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Brava Persona invece mangia avidamente, il piatto è venuto decentemente e non c’è bisogno di panna, e se pure ce ne fosse bisogno in Germania la panna da cucina comunque non esiste. Lui mangia e mi racconta un po’ di lui, del fatto che adesso vive qui e non a casa della sua girlfriend a causa di generici “problemi economici”. Io non capisco il nesso logico fra le due cose ma mastico il fusillo bofonchiando: Be’ si Certo, Capisco.
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Mi tiro su la mattina con faccia stropicciata che mi sento molto Cesare Cremonini dopo un concerto, mi guardo allo specchio e mi chiedo il Perché – veramente – sono venuto fin quassù. Mi rispondo: per la tesi, no? Vado in bagno che non ci credo proprio, a sta spiegazione, almeno non ci credo completamente. Mi sento molto in esilio volontario, e sta cosa un po’ mi piace, e un po’ non mi piace che mi piace.
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Non so se mi spiego.
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E poi passeggio fra pensieri "pop" fino alla fermata della metro a due passi da casa, e ci sono certi colori nelle aiuole di questa stradina, e certi venticelli freschi, e certi raggi di sole diagonali, che i miei guanti verdi tagliati alle dita mi paiono stupendi. E pure certe tristezze di passaggio sembrano assolutamente imprescindibili, che piuttosto di evitarle scartando di lato, viene solo voglia di sguazzarci dentro e sporcarsi tutto.
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Non so se mi spiego.
“c’è confusione il mondo sembra
andare avanti anche senza noi
se me ne andassi via da qui
chi mi verrebbe a cercare
Dimmi che tu lo faresti
e che non siamo passeggeri distratti
di questa vita in vetrina
di questa corsa all’oro
dimmi che tu rifaresti se potessi tutto quanto”
(Raf- Passeggeri Distratti.)
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Che è troppo facile, per fare bella figura, citare Groucho Marx o Schopenauer De Andrè o Umberto Eco.
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Non so se mi spiego.
ciao rafaeli,
io in inghilterra ho stupefatto gli astanti trafsormando delle patate in…gnocchi!
gli amichetti pensavano di essere alle nozze di Cana.
io insegnerei un saluto pugliese al tedesco per bene.
magari impara pure a cucinare.
fosca
mi ricordo quando vedevo la prova del cuoco in austria, per qualsiasi cosa c’era bisogno almeno di 150g di burro e di una testa d’aglio!!
Raf….quante ne sa Raf??
una roba di Rafs (al plurale) insomma.
io non so che darei per aver fatto a mio tempo quell’esperienza lì. cioè stare un po’ di tempo in terra straniera, esercitare la lingua (e non pensare male) e ascoltare Raf con malinconia. e nel caso avrei anche fatto le orecchiette. le sai fare le orecchiette Rafè?
è che in fondo affascinano, quei raggi di sole obliqui lì. qui non li trovi, obliqui uguali. va a finire che ti ci affezioni.
e si come ti capisco… io pur ormai da mesi qua e pur sapendo cosa sono venuto a fare e facendolo, sono tuttora nella dinamica dell’esilio volontario che mi piace e non mi piace che mi piace.
Ps sta attento che la mia Brava Persona qua dopo qualche sugo fatto ora si presenta con un sorriso a 180 gradi non appena mi sente armeggiare in cucina.
Quando citi Raf, next time, scrivi tra parentesi IL RIEFOLI che spedisci minimo mezzo blog sul motore di ricerca o sul testo di letteratura delle superiori.
Cmq è vero… i pelati extramafia han sempre dei nomi (e dei sapori) improponibili.
quando tornia bologna ti vengo a cercare io.
L’esilio volontario è una specie di virus-virulento… per esperienza di avverto che ad esagerare può diventare cronico.
(e poi non si sa più se si sta qui o là)
(e quando torni là hai l’accento di uno che sta qui, e quando stai qui ti è rimasto l’accento di uno che viene da là)
(ah, io pomodori “la capriciossa”)
il pop ha sempre il potere di estraniarti da tutto il resto.
sempre sia lodato il pop.
al rogo cremonini invece 😀
i guanti tagliati sono spettacolari.
..mi manchi..tipo in senso assoluto….tipo che manca qualcosa di “così” nella mia vita…
La Cri.
FREESIA
“esercitare la lingua (e non pensare male)” non ci avrei mai pensato, ma se me lo fai notare…
URIGAMI:
io non corro sto rischio che non cucino quasi mai, in esilio. In esilio mi limito a scartare schifezze e a ingurgitarle dopo una masticazione superficiale.
BACCA:
dicono tutte così.
WAKI:
oui, mi pare ne parlammo già di sta cosa.
EDI:
te hai abolito il blogghe e quindi con te non parlo, puah.
LA CRI:
non ho capito. Chi sei?
Leggere i tuoi post con accanto il caffè caldo mentre fuori c’è un sole ed un’aria così mite che sembra primavera…
Non potrei iniziare la giornata in modo migliore.
E’ vero. Alcuni momenti felici portano con sè un fondo inevitabile di malinconia. E’ nella natura stessa della felicità, no? Così sfuggente. Credo sia naturale, come i fondi nelle tazzine di caffè! 🙂
Ora.. ti avevo promesso i miei “ulteriori commenti” al tuo romanzino. Non sono ancora arrivati. Perdono. Anch’io sono temporaneamente “emigrata” per cause di forza maggiore. Ma arriveranno. Promesso.
Intanto ti mando un bacio.
Un bacio al caffè. Italiano, s’intende.
M.
quella cosa là della panna è vera e sacrosanta. l’ho pensato un attimo prima che arrivassi al punto.
per sgomentare le pupille dei polacchi a me son bastate le trofie al pesto.. manco un libro di cucina for dummies avrebbe saputo far di meglio con minor fatica!
notavo di stare pensando che da quando ti sei messo in viaggio i tuoi post hanno preso una ventata d’aria (positiva, intendo. avvincente.).
forse perchè anche tu. non è che anche tu, la ventata d’aria?
però occhio al mal di gola.
lo giuro. torna a bologna e vengo.
Ho fatto iniziare la rivoluzione in UK quando ho spiegato che ketchup e polpa di pomodoro non sono interscambiabili.
E’ incredibile come campino negli altri Paesi con quello che mangiano.
bologna-paris, il mio esilio volontario.
che stamattina nemmeno io riesco a ricordarmi il perchè…