e poi ci sono quelli

E poi ci sono quelli che nelle conversazioni sembrano ascoltare chi sta parlando, sembrano interessati a quello che viene detto – come anche tutta la gente attorno a loro – ma poi quando prendono la parola riescono a portare la discussione su sé stessi nel giro di pochi secondi.

Quindi se qualcuno sta raccontando di propri successi o sofferenze o desideri, questi individui appena possibile – ovvero appena ci sarà uno spiraglio di silenzio – pronunceranno cose del tipo:

“hai ragione, a me per esempio è capitato che…” 
“sono d’accordo con te, io normalmente faccio così..”
“ho pensato la stessa cosa, ieri quando stavo…”

… e così introdurranno una nuova conversazione incentrata su sé stessi, sostituendosi forzatamente al soggetto della discussione.

Capiamoci: il parlare di sé stessi è uno sport ampiamente praticato, e ci sono dentro nel momento in cui scrivo queste righe. Quello che non riesco a sopportare è l’imposizione di sé stessi anche quando l’interesse è altrove; non riesco a sopportare la voglia incontenibile di sovrapporsi al prossimo.

Qualche giorno fa mi è capitato di assistere ad una conversazione tra due persone durante le quale ognuna parlava di sé senza tenere conto delle parole appena pronunciate dall’altra persona: ognuna delle due cominciava la frase con “Io…”, fino a quando l’altra non interrompeva con un’altro “Io…”.  Visto che non era la prima volta – ché era successo diverse volte, nel giro di poco tempo – sono sbottato e ho lasciato cadere la forchetta e ho chiesto, per favore, di rendersi conto di quello che stavano facendo, ché ognuna stava solo parlando di sé ignorando completamente le parole dell’altra. Di provare – perdio – a concepire un soggetto di conversazione che non fosse la propria stessa persona. Ché quella non era comunicazione, è piuttosto imporsi davanti alle telecamere dell’esistenza come fanno i disturbatori dei telegiornali dietro gli intervistati (quest’ultima non l’ho detta, l’ho pensata ora, lo ammetto).

Mi è stato risposto che quello è un modo normale di parlare.

2 pensieri su “e poi ci sono quelli

  1. Sì, boh, va bene tutto e forse questo è un atteggiamento soprattutto femminile.
    Ma in tutto ciò non riesco a fare a meno di pensare che hai cambiato tastiera rispetto al post precedente, che ché raramente qualcuno lo scrive bene e che sé stesso con l’accento proprio sì, mi piace parecchio.

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