L’olandese che abita sopra la mia testa – e che ha un marcatissimo accento olandese – lavora come ricercatrice sul fine vita. Ovvero cose che hanno a che fare con la morte, o con i mesi poco prima della morte. Ho intuito che fosse olandese dalla bicicletta legata ad un palo con una catena, senza paura dei probabili furti – manco fossimo in nordeuropa.

Sei salentino? mi chiede uno. Sì che lo sono – rispondo, considerando che a parlare tutto il tempo inglese o al limite francese, questo accento perfortuna purtroppo non si accentuerà mai e resterà riconoscibilissimo ovunque. Lui è un ricercatore (salentino) che da ste parti studia terapie innovative contro l’Alzheimer.

Perché a Brussèlle abbiamo sta cosa che le storie interessanti le trovi nei pertugi, dove meno te le aspetti, dietro facce e nomi che non lo diresti mai.

Mi piacciono gli annunci dei gatti smarriti.  La tristezza e l’inestetismo estremo di questi fogli A4 con l’immagine tagliata male di un gatto sul divano e gli occhi rossi causa flash, una foto magari scattata a Natale, e l’annuncio lacrimevole in Times New Roman, e lo scotch inzuppato di pioggia avvolto attorno al palo del divieto.

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