Non ci conoscevamo e del resto neanche adesso ci conosciamo. Avevamo parlato pochissimo.
Una volta mi dovevi spiegare robe di soldi, c’avevi delle tabelle davanti, indicavi i numeri con la penna, io non volendo – anzi volendo – ho indugiato sui bottoni aperti della tua camicetta. Te ne sei accorta ed io mi sono detto Bene, Monumentale Figura di Merda. Poi un’altra volta mi hai trovato che analizzavo una massa informe di gente ballare di fronte a me, io ero fermo e quieto e sorseggiavo il mio ventiduesimo bicchiere di bianco, in una situazione di quelle dove c’è sempre uno che passa per rabboccare il bicchiere, in una situazione di quelle dove fai osservazioni che poi dimentichi subito dopo.
Quindi ovviamente non me lo aspettavo che mi avresti contattato qualche settimana dopo per dire Potremmo Fare Qualcosa Insieme, che so, per esempio una cena. Il tutto in punta di piedi e senza fronzoli e in mode non-zerbino tanto raro di sti tempi che ho dovuto dire di Sì a prescindere. Non c’entra niente la serata tranquilla e questi piatti nordafricani cotti in strambi contenitori di ceramica, e non c’entrano niente i poi potenziali, c’entra solo il fatto che dopo tornando a casa con meno tredici pensavo ai flussi di eventi regolari, e di come ci si può abbandonare passivamente ad essi senza protestare, oppure al prendere in mano il corso degli eventi e fargli cambiare direzione con un colpo secco di mano, e dei bei minuti, ore, o giorni che ne possono seguire solo perché un giorno hai deciso di forzare le cose, invece di lasciarti andare al flusso che ho già detto.
Ma non mi viene bene descriverlo, mi viene invece in mente un passo di un libro che rimugino spesso ma applico pochissimo, e che comunque sarà uno dei motti di questi miei anni dieci, come minimo.
“Lo so come ti senti. E’ come essere dietro un vetro, non puoi toccare niente di quello che vedi. Ho passato tre quarti della mia vita chiuso fuori, perché ho capito che l’unico modo è romperlo. E se hai paura di farti male, prova a immaginarti di essere già vecchio e quasi morto, pieno di rimpianti.”
(Guido Laremi di Due di Due)
L’unica cosa che riesco a dire è che questo post mi è piaciuto tantissimo
🙂
hai ricicciato fuori questo fantastico pezzo che mi ricorda il mio libro scarabocchiato e sottolineato di tanti anni fa. bel post.
Costanzo era anche uno di qlleui che nel suo talk show per anni ha ripetuto il ritornello le donne sono migliori di noi uomini blablabla .
incredibile, appena ho cominciato a leggere il post ho pensato “questo scrive come andrea de carlo”.
ehhhhh
ma tu sei bbravo, sei bbravo
a te ti ho inventato io !!!
TI HO INVENTATO IO !!!!
(alla pippo baudo, intendesi)
sono stato il talent scout, pensare che da questo giovanotto mediterronico trovato alla olidisco sarebbe uscito questo popopopopopopopo di pöeta !!!
Ti ho inventato io !!!!