Il duemilaedieci è stato un anno che non ci credi. Quindi come minimo è servito a insegnarmi sta cosa semplice semplice: anche se non ci credi, NON vuol dire che invece poi.
Cosa voglio per l'anno nuovo? Non me ne frega niente di chiedere il possibile: voglio l'impossibile.
Io che continuamente faccio e disfo valigie vorrei avere tutte le persone di cui mi importa a distanza di massimo dieci chilometri da me. Senza internet di mezzo, li voglio proprio a dieci chilometri da me. Alcuni raggiungibili in bicicletta. Includendo anche tutte le persone interessanti conosciute in posti lontani e diversi fra loro. Tutti vicini li vorrei. E poterli vedere così di frequente da poter citofonare senza preavviso, sedere sul divano e non dire niente – oppure al massimo qualcosa del tipo “vuoi un amaro col ghiaccio?” “dai sì”, e poi silenzio.
che bella cosa che hai scritto! Bisognerebbe imparare a smaterializzarsi, come harry potter 🙂
per me lo stesso che ha chiesto il signore, grazie
Io però solo il fernet c'ho…
😉
PENSIERILAIT
Anch'io vorrei l'impossibile, perché il possibile è troppo facile. Comunque mi accontenterei di una cioccolata con panna. Sono una ragazza semplice, io.
Chiattiva
oggi a pranzo con M si parlava di amicizie, si diceva che gli amici, quelle persone che come dici tu basta anche stare in silenzio, sono sempre troppo distanti per goderne in modo costante.. poi capisci perchè uno si butta sugli sport di montagna
s.f. da p.
io però se mi citofonano senza preavviso e mi sto facendo il silk epil mi scoccio
quando i silenzi non pesano è perchè c'è qualcos'altro che non si sa come si chiama ma che si riconosce facilmente
la culona del commento del post di prima