(non) si può fare

Dunque ipotizzando che dobbiate scrivere la sceneggiatura di un film dove c’è una coppia che va in crisi. Una coppia che va in crisi perché uno dei due si fa prendere troppo dal lavoro. La prima idea che vi viene in mente ovviamente è che quello che si fa prendere troppo dal lavoro ad un certo punto torna a casa tardissimo e trova il partner che lo aspetta, che ha cucinato la cena, preparato la tavola, ma siccome l’altro non è arrivato, la cena si è freddata miseramente nei piatti.

Questa siccome è la prima idea che vi viene in mente – e siccome l’avete vista centinaia di volte in mille salse diverse eppure simili – la scartate. La scartate, vero? E invece No, gli sceneggiatori di Si può fare, film italiano del 2008, evidentemente rinchiusi in casa senza televisione e lettore dvd negli ultimi trent’anni, hanno deciso che non era scontata e allora questa scena ce l’hanno infilata, nel loro film. Ed è solo una delle innumerevoli trovate scontate di sto film che però in giro ha delle recensioni osannanti che non mi spiego. Il film tratta di un tema umanitario, è un film “che fa pensare” si dice in giro (pensare a cosa?). Il tema sarebbe quello del recupero dei malati di mente mediante il lavoro. Benissimo. Solo che è impossibile credere alla storia, lasciarsi andare, dimenticarsi che è un film (in fondo è questo quello che uno vuole da un film, no?). Gli attori impegnati nell’arduo compito di fare la parte dei ritardati di mente non hanno voluto rinunciare a sfoggiare una dizione perfetta da attori navigati (appunto). E alcuni belli e curati come modelli. I malati di mente generalmente dicono poco sensate, oppure non dicono niente. Spesso stanno zitti o parlano dandoti le spalle. Invece nel film azzeccano condizionali uno dietro l’altro a favore di camera. Finisce di parlare uno, comincia l’altro, quindi l’altro, e infine l’altro. Ordinati. Bisio in tutto questo sfacelo di sceneggiatura, si conferma attore enorme che se nella vita non avesse fatto prevalentemente il Bisio, adesso sarebbe sicuramente riconosciuto e ricordato da tutti come attore enorme.


Nella foto uno degli attori, Andrea Bosca,
come si può notare tipica faccia da manicomio,
che i manicomi ne sono pieni.

7 pensieri su “(non) si può fare

  1. Sei vittima di uno stereotipo. Fai un giro nei CIM o nei centri per i DCA e potresti cambiare idea. Sindromi paranoiche, maniaco-depressi e anoressiche conclamate si nascondono perfettamente dietro completini dimensionedanza, borse di pollini e filler dermatologici.
    Credo che dovresti attualizzare alcune tue convinzioni. Non è così semplice. Matrislog

  2. a me è piaciuto molto. Il tema di portare un tema del genere sul grande schermo e farlo senza pietismi è un grande punto a favore.
    Che ci siano alcune cose che non filano è vero, ma più che nei ‘matti’ li individuo nella vita del Bisio.
    Andate a vederlo. 🙂

  3.  anche a me il film è piaciuto ed ha soprattutto il merito di far conoscere la legge basaglia a tutti quelli che parlano della legge basaglia senza nemmeno sapere cosa fosse, quanto sia stata innovativa e quali scopi perseguisse.

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