appena prima di partire

I dialoghi delle signorotte anzianotte che si lamentano dei malanni fisici seguono sempre gli stessi schemi, si lamentano con la mano posata sui lombi e dicono sempre le stesse cose, e di certo non mi metto io a scriverci su, delle signorotte che si rimbalzano verbalmente i malanni, di questo argomento che più volte ha salvato cabarettisti con improvvisi vuoti di fantasia. Anche le signorotte locali si rifugiano in questi argomenti con sommo godimento – riflettevo stamattina all’uscita da un ufficio postale – con la differenza che il più famoso SignoraMia – che pure qui viene usato qualche volta – viene sostituito dal tipico CummareMia o dal più semplice Signò; il verbo Essere invece viene spesso ignorato a favore del più comune Stare. Per cui ne deriva: 

– CummareMia come sto gonfia.

Oppure:

– CummareMia come sto allergica.

Quello che mi sfugge è il momento esatto, l’istante in cui da persona lucida e razionale ci si trasforma improvvisamente (o gradualmente? bah!) in esseri cerebralmente svaniti che parlano confusamente e a ruota libera. Quello che mi sfugge è se ste signore che vedo con la busta di plastica ripiena di cicorie sono sempre state così o se un bel giorno le loro sinapsi si sono attorcigliate autonomamente fra di loro lasciandole inebetite da questa lobotomia repentina. Uno ste cose se le chiede, perché a 60 anni la demenza senile dovrebbe essere ancora solo un’ipotesi. E però, poi, sulla porta dell’ufficio postale:

Signò come sto gonfia. Che il dottore mi dice, mi dice che sto allergica, che sto allergica a tutto, a tutto Cummare mia, a tutto, che il dottore mi dice che sto allergica ai medicinali, al cibo, alla verdura, al cibo, agli antibiotici, alla verdura, alla salame, ai medicinali, al cibo. Che sto allergica, sto allergica.

(teste che annuiscono con smorfie di dolore e frasi ripetute allo spasimo, mentre i concetti di insieme e sottoinsieme imparati alle elementari si sbriciolano lentamente) 

Che uno arriva a pensare che la causa di tutto ciò sia l’aria che si respira, che forse una causa potrebbe essere l’atmosfera pesante, l’atmosfera carica di troppa umidità a determinare sti effetti. Che poi uno per strada rivede all’improvviso un compagno di scuola delle elementari, e lo sbircia per un secondo al ciglio della strada praticamente trasformato in un vecchio ingobbito e spelacchiato – eppure c’ha la tua stessa età, rifletti  – e davvero cominci a pensare che sia tutta una questione di umidità e pressione atmosferica, tutta una questione di parametri idrometrici e percentuali di gas nell’aria, per cui ti affretti a tirare su il vetro della macchina e ad accendere l’aria confezionata. 

E poi correre a casa a fare la valigia che domani si torna a Bologna.

10 pensieri su “appena prima di partire

  1. secondo me, invece, è proprio un fattore generico che si tramanda da generazione in generazione, non dipende dal posto, bisogna solo capire se si è predisposti a prenderlo o se abbiamo culo e quindi si è immuni!

  2. hehe.. è vero.. è proprio così!
    (anche da me dicono “la salame”. e “la cane”. il gatto è “la muscia” indipendentemente dal sesso).
    solo un appunto: non dipende dall’età. molti cominciano a lamentarsi di tutti questi malanni anche da giovani. è l’umidità?

  3. Non sono vere lamentele ma una sorta di mantra.
    Se ripeti per dieci volte “come sto gonfia”, poi ti senti meglio.
    Se taci, l’aria non esce e il problema si fa serio.
    Loro, le sessantenni, sono sagge e lo sanno.

  4. quoto la Iri, per quanto riguarda l’età delle lagne. La mì sorella c’ha 30 anni e da 29 si lamenta che c’ha tutto.
    cheppalle
    magdalia

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