fuori

Fuori da questa stanza un po’ di vento, un sole assassino nel cielo e nell’aria un pulviscolo bianco che svolazza – la terra e il tufo che si sbriciolano per la pioggia che manca da tanti giorni – e si posa sulle automobili creando un piccolo alone giustiziere, perchè accomuna la macchinina scassata del poveraccio con il Suv del commendatore dal mocassino bianco. Gruppi di turisti nordici si fermano ai bordi delle strade impolverate, parcheggiano e scendono dall’auto per contrattare il prezzo di un anguria coi venditori ambulanti, ma sarà l’accento padano che li fregherà, sarà la domanda formulata in perfetto italiano che farà lievitare il prezzo delle pesche e dei pomodori. Il sottoscritto forse tra un’ora va a  rosolarsi al largo, dove il mare diventa blu scuro, dove i gabbiani volano bassi per la curiosità di vedere chi è che si stende sulla barca con la panza al cielo, e con la speranza di trovare qualcosa da mangiare.

Arrivato a casa, io.

10 pensieri su “fuori

  1. Fa tutto molto Messico, ci mancavano le pale di fico d’india e la littorina della Sud-Est deserta e con le tendine che svolazzano fuori dai finestrini a completare il quadretto.
    E magari una di quelle palle di sterpaglie che rotolano di solito nei film di cowboys.

  2. Gli animali sono più intelligenti degli umani. Qui una volta era tutta campagna. A Nardò non trovi l’anguria di Nardò: la mandano tutta a Milano. Noi mangiamo solo angurie che arrivano dalla Grecia.

  3. Io, che non so neanche se potrò almeno annusarlo il mare, ti invidio da morire per quel blu, la panza al sole e il gabbiano.
    Per l’anguria no, di quella ne mangio in quantità e la pago anche meno di te. Buone vacanze.
    Magdalia

Scrivi una risposta a lise.charmel Cancella risposta