vengo a sapere che

Vengo a sapere che nel mio letto – durante la mia assenza – si è consumato dell’amore saffico. Accolgo la notizia con indifferenza, anche perché in quel letto ci ha dormito mezzo mondo e figurati se adesso mi devo far impressionare da un po’ di lesbo. A quanto pare, anche per l’amore saffico è necessario avere a disposizione un pacchetto di fazzoletti vicino al letto. Non si smette mai di imparare. Uno vede ste cose e poi di conseguenza si fa delle domande. E le domande  – ahimè – restano domande. Tanto per restare in tema, vado dal coinquilino Billigiò che studia nella stanza a fianco e gli chiedo:

– Pensavo: dato che in Italia fra poco ci saranno i Dico, perché non ci sposiamo?
– Eh, lo pensavo anche io. Ma ci conviene davvero?

Epperò così mi passa tutto il romanticismo, e non mi va di preparare il corredo per un matrimonio di interesse. E comunque pare che il governo sia caduto, o forse è solo inciampato, e quindi per adesso niente Dico, niente di niente. Ieri mattina, immerso nella mia attuale nullafacenza, ho seguito alla tivvù il discorso del ministro col baffo che tentava di convincere la platea delle sue ragioni in politica estera. La platea alla fine non l’ha convinta, però a me, che sprofondavo nel divano coi pantaloni del pigiama, mi ha convinto eccome. Mi sono detto: ma guarda che personaggi lucidi ed equilibrati abbiamo al governo! Ma che bello averci un ministro che dice queste cose e che le dice in modo così convincente! Ovviamente quando una cosa – o una persona – è di mio gradimento, automaticamente quella cosa o quella persona non può essere gradita alla maggioranza. E infatti il ministro col baffo è stato bocciato per pochi voti. Forse dovrei cominciare una carriera di consulente per politici: tu politico vuoi fare carriera? Non devi piacermi. Devi starmi antipatico. Ti dico io come fare, devi sforzarti di non piacermi. Si potrebbero fare dei bei soldi, con questa carriera di consulente per politici, no?

Narra la leggenda che il ministro col baffo bazzicasse in gioventù dalle mie parti, e che talvolta si trovasse con mio zio a passeggio. Narra la leggenda che il ministro col baffo da giovane giocasse appassionatamente col flipper di mio zio, questo flipper anni 70 che in seguito mi ha accompagnato in tutta l’era pre-videogiochi della mia infanzia terronica.

Ricordo che da bambino mi dicevano: vedi quel flipper? Ebbene, devi sapere che quel flipper bla bla bla. Di tutte queste storie sul flipper anni 70, di tutti questi bla bla bla ricordo gli aneddoti sul ministro col baffo che da giovane si accaniva sui tasti per far sbalzare la pallina di acciaio del flipper. Molti anni dopo il ministro col baffo, sullo stesso flipper mi ci sono accanito io. Ho cominciato che ero piccolissimo e non arrivavo a vedere la pallina, epperciò dovevo salire su di una cassetta di plastica di quelle che si usano per vendere la frutta al mercato. Ho tante foto di me in bilico su varie cassette della frutta, o su sedie di plastica, che  a cinque anni abbraccio il flipper enorme per arrivare con le mani da un tasto all’altro. La passione per la pallina di acciaio era travolgente, e se un mio fratello si avvicinava per giocare, dovevo scegliere fra un pugno in piena faccia e la magnanima concessione di uno dei due tasti del flipper. Il più delle volte erano pugni in piena faccia. Del resto in tutte le aggregazioni umane, la democrazia è solo un passo successivo. All’epoca vigeva incontrastata la dittatura.

La passione per il flipper era davvero travolgente, al punto che un giorno mi pisciai addosso mentre picchiavo sui tasti in bilico sulla cassetta della frutta. Avevo avvertito lo stimolo, ma non potevo assolutamente abbandonare la postazione perché ero in lotta per un nuovo record di punteggio. Eppoi, abbandonare la postazione voleva dire offrirla ad un fratello che aspettava come un avvoltoio nei paraggi, e di conseguenza voleva dire inaugurare una nuova guerra di tirate per i capelli e pizzicotti sulle braccia abbronzate di cinquenni. Così mi pisciai addosso, fra le gran risate degli adulti presenti. Ovviamente mi feci fotografare anche così, coi pantaloncini abbassati e le mutande inzuppate di urina da cinquenne invasato del flipper. In quella foto, se si toglie la mutanda pisciata, sono davvero bellissimo, sono uno splendido bambino abbronzato degli anni 80.  Quella foto so benissimo dov’è nascosta, e la lascio nascosta che è mooolto meglio così.

Come si può notare sono bravissimo a cambiare discorso, e oggi c’è proprio bisogno di cambiare discorso, visto il senso di schifo e di vergogna e di sconforto che mi prende ad ascoltare le notizie di queste ore alla tivvù.

Sob.

17 pensieri su “vengo a sapere che

  1. Non so che dire. E, allora, che commento a fà? Niente, ben tornato rafè.
    I fazzoletti ci servono, in ogni caso, in ogni rapporto, magari c’avevano il raffreddore…
    lurk

  2. Grande rafeli! Un consiglio per te che sei (o eri) il mago del flipper. Guardati TOMMY il musical degli Who. Il personaggio principale (Tommy, appunto) è cieco sordo e muto ma a giocare a flipper è un portento. E poi c’è la canzone Pinball Wizard cantata da un Elton John moooolto pittoresco che è assolutamente straordineria.
    Belle cose. (è la seconda volta che provo a mettere sto commento, spero che staolta ci riesca…)

  3. no DICO…io più che per il governo sono esterrefatto(o esterefatto – che un tizio che conosco mi ha detto che si può scrivere in tutti e due i modi) da te e quell’orso del tuo coinquilino che vi sposate…allora si che ce ne vogliono di fazzoletti vicino al tuo letto. gesùgiuseppemaria…

  4. Sull’unione tra te e il tuo coinquilino non mi esprimo, che già il tuo amichetto ce l’ha a morte con me perchè non ho concesso l’arrostimento del pesce appena pescato in quella notte di agosto del 2006.
    Anche io ero un mago dei flipper e dei videogiochi tutti, e anche se pure io smanettavo su una cassetta della frutta, a quel’età, non mi sono mai emozionato tanto da pisciarmi addosso, e poi mio padre gestiva una sala giochi, quindi è un’altra storia.
    Tu ti potevi permettere di picchiare i tuoi fratelli, io ne avevo tre e il più giovane aveva 11 anni in più, il più vecchio 19 quindi proprio non potevo permettermelo.
    Infine una piccola parentesi sull’amore saffico. Io fossi in te andrei fiero della notizia che ti ha accolto al tuo ritorno. Poco esiste, al mondo di più sano, giusto, bello e allo stesso tempo sensuale e interessante, dell’amore saffico, a mio modesto parere la vera essenza del sesso. Quasi quasi vorrei essere una donna per farne un pò…

  5. dunque, consumando amore saffico ed essendo in vena di chiarimenti, do una risposta alla tua domanda:
    i fazzoletti servono ad asciugarsi le mani.
    Che poi non ci volesse molta fantasia per capirlo, è un discorso a parte.

  6. direi che tra scenette saffiche e flipper anni 80 ci sei perfettamente riuscito.
    Qui si amava dal profondo il biliardino o calcetto o come si chiamavano le file di omini nel mini campetto su ruote, dove non valeva “rollare”. Allora rollare voleva dire ben altro, per quei cinquenni di fine anni 80…

  7. L’elmo di Scipio ha colpito ancora…basta guardare la politica per capire che siamo in Italia….che tristessa…
    Comunque, ora vojo vedè la foto. Magari nel prossimo post. Eddai.
    PlainJane

  8. Rafè parliamo di cose serie.
    Un attento studio degli eventi da te raccontati mi porta a questo:
    baffi 15, biglia 59, lesbica 70, ritornare 27, pipì 8.
    Giocateli che poi dividiamo.
    😉
    Mario

  9. a quanto pare la vera novità del prossimo governo sarà appunto la mancanza in agenda dei Dico. Andreotti rules!

    Baccassino:
    ho un brutto rapporto con i musical, mi innervosiscono. E comunque benvenuto da ste parti!

    Daniquindici:
    come vedi il pericolo è scongiurato.

    pensierilait:
    io so bene che tu ti immagini le attrici porno che mimano l’amore saffico. qua si tratta di tutt’altro, credimi.

    anonimo 7:
    le mani? in che senso le mani?

    bristalian:
    da me invece non si poteva “rullare”

    dito:
    se lo dici tu.

    uffa devo scappare.
    saluti.

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