Ho capito di essere giunto in patria al lavandino di una toilette di un autogrill vicino Trento, mentre mi sciacquavo le mani ed osservavo nello specchio i tre personaggi alle mie spalle. Un tizio è uscito dal cesso abbottonandosi i jeans in quel modo molto patriottico di abbottonamento dei jeans che consiste nell’inarcare il culo all’indietro per farsi spazio davanti. Un suo amico ha dimostrato la propria contentezza per il fatto che il compagno avesse portato a termine con successo il suo urinamento con quel modo molto patriottico di dimostrare la felicità, ovvero sferrando una serie di pugni sulla spalla del compagno che intanto se la rideva e continuava – lentissimo – ad abbottonarsi i pantaloni. Quindi si è passati ad una ulteriore manifestazione patriottica di amicizia che consiste nel cercare di acchiappare – mediante un movimento lesto e improvviso della mano – l’organo sessuale dell’amico che ti sta vicino. Molto spesso questo gesto è soltanto un bluff che serve a spaventare l’amico di turno, mentre l’organo (salvo rarissimi casi) resta tranquillo al suo posto. Questa simpatica riunione di vecchi amici in una toilette di autogrill vicino Trento ha avuto il suo apice patriottico quando l’amico abbottonato ha tirato fuori il suo modernissimo telefono cellulare e ha filmato gli altri due amici che si abbracciavano e urlavano, appoggiati al ventilatore di aria calda: Italiaaa U-no! Ho cominciato ad avvertire una sensazione di patriottismo molto forte, quasi insopportabile, come se un enorme Elmo di Scipio avesse improvvisamente cinto la mia testa.
uah!
non ci avevo mai pensato.
ecco cos’è questa emicrania persistente quando giungo in patria.
è l’elmoooo!
Ehm, non frequento il bagno degli uomini ma è una sensazione che condivido. Bentornato.
l’aria italica porta eccellenti risultati scrittori, a quanto leggo.
è già molto che tu non abbia ripreso il primo aereo per bombay per scappare.
Io, una volta tornando da un viaggio lungo, mi sono sentito a casa uscendo dal porticato della stazione e annusando l’aria e pensando “Questo odore… come di… smog. Casa!”
urgh. ritorno a bomba. ci vuole del fegato.
beh, bentornato.
deutschland eiiiiinz!
Eccomi qui! Ci sono anche io! E’ la prima volta che vengo a trovarti ma penso che tornerò spesso. Non sapevo che scrivevi così. Si nu tiaulu!!! A presto.
Potresti essere un antropologo.
ma Rafaeli suona meglio.
Viola
Non ti preoccupare raffaè, se proprio vogliamo dov’è la vittoria? porgiamogli la chioma e in fin dei conti…Fu Iddio che la creò. o no?
ma tipo emigrare?
ma Flavia Vento l’hai lasciata in Crucconia?
Io invece lo capisco dai cestini dell’immondizia strapieni e dalle innumerevoli merde di cane per strada.
Ehi Rafeli, hai uno stile strepitoso. Ogni tanto passo di qua, mi rilasso leggendo i tuoi post. A proposito: ho saputo della tua “esistenza” per caso, tramite Bac. Pare tu abbia suonato la batteria con lui il 25-7-97, nel mitico concerto a Nardò di Andrea. Io ero in pirma fila, naturally.
Luis
la sindrome da laurendo si è già impossessata di te….
ti è andata bene…io ho capito di essere tornata in italia quando mi sono ritrovata senza la carta igienica in aeroporto…
😀
bentornato 😉
italiaaaaaa-unooooooo