Non sono i politici sempre uguali. Sono gli italiani, sempre uguali.
Non sono i politici il problema. Sono gli italiani, il problema.
Hanno un politico ottuagenario, puttaniere e pregiudicato. Aveva portato l’Italia sull’orlo della bancarotta solo qualche anno fa, lo spread era altissimo, aveva ridicolizzato l’immagine degli italiani all’estero. E’ stato via poco tempo, poi è tornato: cresce nei sondaggi e ora lo danno al 16%.
Hanno un razzista separatista che diceva: ai giovani del mezzogiorno non va di fare un cazzo. Dice di volere difendere l’Europa cristiana ma predica valori contrari al vangelo. Si candida al Sud e lo applaudono. Gli operai lo votano, senza capire cosa vuol dire “flat-tax”. I sondaggi lo danno in crescita, ora al 13%.
Hanno i partiti del governo uscente. In 5 anni l’economia e’ cresciuta, la disoccupazione e’ calata, hanno approvato leggi sui diritti civili nonostante le ingerenze vaticane, difeso l’obbligo vaccinale. Pero’ siccome il leader del partito principale e’ antipatico e sbruffone, il gradimento cala nei sondaggi. Perché gli italiani votano per simpatia o per rabbia, raramente per ragionamenti razionali. Infatti quando hanno sostituito il capo del governo, mettendo al posto del leader del partito principale un altro ma meno sbruffone e con la faccia più simpatica (dello stesso partito, con lo stesso governo, con lo stesso programma) quest’ultimo e’ cresciuto tantissimo nei sondaggi, solo perché simpatico e garbato.
Hanno un ex presidente del Senato, siciliano, ex magistrato antimafia, che alla fine del suo mandato non voleva andare in pensione. Si e’ inventato che voleva mettersi a disposizione del Paese. Ma proprio mentre lo diceva, aveva la possibilità di candidarsi a presidente della sua Sicilia. Era perfetto: siciliano, antimafia, con esperienza, voleva mettersi al servizio del Paese. Pero’ correva il rischio di essere eletto e poi di lavorare per davvero. Ha preferito mettersi a capo di un partito senza speranza, che ha l’unico obiettivo di far perdere qualche seggio ai partiti di governo. Avrà una poltrona senza doversi prendere grosse responsabilità.
C’e’ il partito fondato da un comico. E’ riuscito a convincere gli italiani che se le cose vanno male non e’ colpa degli individui, ma “dei politici”. Il messaggio e’ efficacissimo perché de-responsabilizza e fa sentire migliori. Ha fatto credere agli italiani che loro – come popolo – sono migliori dei politici che li rappresentano e che loro stessi hanno votato. Poco importa se gli italiani sono gli impiegati degli uffici inefficienti, sono i furbetti del cartellino, sono i parcheggiatori in seconda fila, sono gli evasori fiscali, sono i cercatori di favori, sono la mafia, sono i posti di lavoro “grazie alle conoscenze”, sono i medici che visitano fuori dall’ospedale, sono i costruttori di case abusive, sono i baroni universitari, sono gli studenti che si fanno scrivere la tesi, sono i figli di papa’, sono il caffè senza scontrino, sono quelli che vendono il voto per dieci euro, sono gli ignoranti fieri di esserlo, sono i caporali nei campi, sono i costruttori di ponti che crollano, di scuole che crollano, sono il vigile urbano che fa finta di non vedere. Siamo un popolo che sprofonda perché non cerca di migliorarsi. Perché migliorarsi costa fatica.
Arriva il comico e dice: la colpa e’ dei politici, voi siete delle povere vittime immacolate. E loro ci credono. Parla di meritocrazia, e poi scelgono un capo che non e’ riuscito a prendersi una laurea in tre facoltà diverse, non sa parlare in italiano corretto e che prima della politica viveva con la paghetta del papa’. Raccontano tutto e il contrario di tutto. Ovviamente questo diventa il primo partito: non perché offre le ricette migliori, ma perché fa sentire gli italiani migliori.
l’economia è salita ad una velocità del 50% in meno rispetto al resto d’europa ed è salita soprattutto grazie a leggi quali il superammortamento che permettono alle aziende di detrarre il 140% dei beni strumentali che acquistano perchè ricordiamolo, il capitalismo in italia lo si fa, ma coi soldi dello stato, ed è salita pure in spagna dove sono senza governo, tra l’altro il doppio che in italia, è salita di più in belgio dove sono da 2 anni senza esecutivo e pure di più in olanda dove sono da 200 giorni senza governo . Tanto per dire.
Per quanto riguarda la disoccupazione non so davvero come abbia fatto a calare dato il numero impressionante di aziende che hanno chiuso. Certo, se per gli onanisti mentali dell’istat (i quali tra l’altro hanno ammesso apertamente di aver manipolato i dati del PIL 2015 per far uscire +0,8% invece di +0,6% , chissà per il compiacimento di chi ) lavori una settimana e sei considerato occupato, forse hai ragione. Certo, loro la raccontano bene, la realtà.
Tra l’altro,hai avuto sino a mezz’ora fa una ministra dell’istruzione con LA TERZA MEDIA, un segretario di partito ex presidente del consiglio votato alle primarie PD dai cinesi di prato che diceva di essere di sinistra e la prima cosa che ha fatto è stata precarizzare ulteriormente una generazione già ampiamente precaria con la genialata del jobs act, un ministro del lavoro peritino agricolo,una sottosegretaria di stato figlia di un dirigente bancario che ha rovinato migliaia di risparmiatori, una ministra della salute con la maturità classica ex FI che ha poi appoggiato strenuamente il PD del giglio maggico maggico maggico, e ti lamenti della carriera accademica di Di Maio?
Dai chiacchierone, stattene dove sei e lascia perdere l’Italia
AMEN
Secondo me le elezioni servono a scegliere tra alcuni volontari quelli che riteniamo capaci di amministrare il nostro paese, che da buoni amministratori si prendano le loro responsabilità e facciano le scelte giuste nell’ interesse di tutti i cittadini (anche quelli che non li hanno votati). Se le cose non vanno bene la colpa è di tutti, ma soprattutto degli amministratori. Non siamo una squadra di calcio, ma un allenatore può cambiare le sorti di tutta la squadra: un allenatore incapace può portare una squadra di campioni nel baratro e viceversa.
Io penso che la maggior parte degli italiani siano persone oneste e responsabili, e non mi sembra corretto giudicarle in base a chi hanno votato, anzi ammiro chi ha avuto il coraggio di fare una scelta diversa dalla propria ideologia sperando di fare il bene del paese.
Nel mondo del calcio –che peraltro io conosco pochissimo– il ragionamento può essere giusto.
Ma nel mondo del calcio non sono i giocatori che scelgono l’allenatore, questo viene scelto da altri.
I giocatori, quindi, non hanno una responsabilità diretta nella scelta dell’allenatore, non si può dire che ciò che fa l’allenatore è “l’espressione della volontà dei giocatori”.
Nella società civile, invece, è l’esatto contrario, i politici sono lo specchio dei cittadini.
Nei Paesi dove la società crede maggiormente nei valori civili, i politici si comportano in modo più etico perché così fanno anche i cittadini.
Serve meno burocrazia, perché la gente segue volentieri le regole del viver civile.
Servono meno controlli, perché la gente adempie spontaneamente, non perché “sennò rischio la sanzione”.
Si pagano meno tasse, perché tutti le pagano volentieri e votano politici che le impiegano bene… perché anche loro, espressione dei cittadini, sono convinti che curare l’interesse pubblico è anche curare il proprio interesse.
Chi viene preso a violare le regole del viver civile diventa un reietto, senza se e senza ma, come uno spacciatore o un molestatore di bambini.
Nessuno, fra i suoi concittadini, lo considera un furbo, uno che ha capito come fare a viver bene.
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