dove sei andata a finire

Dove sei andata a finire, vita mia di qualche tempo fa, quando ancora potevo rilassarmi nel far niente, quando potevo ancora fare esercizio nobile di accidia, e nel far niente avevo molto tempo per riflettere e rimuginare e posticipare e osservare l’ombelico della mia esistenza?

Quando – esattamente – mi è cambiato tutto attorno? E’ stato poco tempo fa ma non ricordo quando esattamente: me lo chiedo adesso che gli impegni si accavallano l’uno sull’altro, il tempo si restringe, la fretta è imperitura, adesso che ti permetti di ‘uscire di casa mangiando velocemente qualcosa lungo le scale, rispondi alle domande mentre scrivi sulla tastiera di un computer, un occhio da una parte e un orecchio dall’altra, i pranzi di dodici minuti, le pisciate procrastinate.

Metti le cuffie e dimentichi di far partire la musica.

 

Ascolti le accuse di chi ti dice che non chiami mai, che sono passate tre settimane e non ci credi: tre settimane? Ascolti le minacce di chi, vestita da principessa, ti chiude in un angolo e ti infilza le unghie smaltate nella carne mano per impedirti di andare via, che riesce a farsi venire le lacrime per essere più convincente, che riesce a cadere dalle scale e rotolarti addosso, per far sembrare la scena ancora più ridicola e drammatica.

4 pensieri su “dove sei andata a finire

  1. beh, se il tempo passa che neanche ti accorgi è un tempo che piace. se poi riesci a trovarci o a darci un senso sei a cavallo – Ma mettici anche un po’ di amore che mal non ti farà

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