cose, 19 sei, duemilaeundici

Del Film Metroland (1997, regia di Philip Saville) oltre alla fotografia anni 70 e all'imperdibile scena di 4 ragazzi inglesi che giocano a cricket a Parigi impugnando una baguette al posto della mazza, mi piace tantissimo il personaggio di Marion, interpretato da Emily Watson (che non è Emma Watson). I dialoghi sono perfetti, quello che dice è perfetto, quando non dice nulla è perfetto perché in quel momento non deve dire nulla, e quando non dice nulla Emily Watson è bravissima a non dire nulla. Ovviamente Marion è il prodotto di una mente maschile – sia il soggetto che la sceneggiatura – e questo diminuisce di molto le probabilità che ci siano Marion sparse per il mondo.

Poi.

 

C'è gente che disegna i visi partendo dal naso, oppure dalla bocca. Da bambino disegnavo paperino partendo dalla punta del becco. Ho cominciato ad arredare questa casa partendo da un cuscino, quello nella foto, e sta venendo fuori qualcosa eccessivamente sixties. 

6 pensieri su “cose, 19 sei, duemilaeundici

  1. …e quanto ci piace l'eccessivamente 60s.

    anche io partivo dal becco, da quella specie di collinetta centrale (ma credo che insegnino a partire da lì anche in accademia).

    Circa l'eccessivamente 60s, ho letto da qualche parte una cosa che diceva in sostanza che negli anni 60, loro pensavano al futuro. Oggi guardiamo solo al passato.

    Anche se penso sempre di aver sbagliato periodo storico per nascere, forse è il caso di ritornare anche noi al futuro.

    Laurabeat

  2. io sono partita dalla cucina, però vabbè…effettivamente un panino avrei anche potuto comprarmelo, ma un cuscino per dormire comodi sul pavimento……….aiuta!

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