Notte molto fonda fra sabato e domenica: sedevo sul divano della casa di un mio collega. Il collega dormiva. Tutti dormivano in quella casa. Io attendevo che la birra nel sangue scendesse per tornare tranquillo nel mio letto, che’ avevo da percorrere un percorso in bicicletta e poi una ventina di chilometri in auto e non volevo che i poliziotti del luogo mi fucilassero per via della birra nel sangue. Io che di solito faccio vita da prete. Attendevo con la testa rivolta all’indietro, come uno che muore sul divano – a meno che uno non muoia con la testa in avanti. E proprio in quel momento, non lo sapevo ancora ma proprio in quell momento, lontanissimo da me, ad un amico che ci sono cresciuto insieme, succedeva di moltiplicarsi – nella forma di una cosa piccola e femmina. Le distanze sono una merda.
eccome se lo sono.
Quanto mi piace leggerti.
Mi piace come la pioggia di sera, quella che concilia il sonno.
Mi piace come la nutella sul pane.
Tanto, insomma.
Le distanze….pensa che ora quella cosa, piccola e femmina, è a un mentro e mezzo da me, nella sua carrozzina che dorme.
Che il pediatra e gli amici tutti ci dicono di abituarla a dormire non per forza attaccata a noi.
E a me quel metro e mezzo sembra tantissimo, e vorrei alzarmi dalla sedia e ingoiarla, per averla più vicina che posso.
Le distanze…
E comunque il video è bellissimo…e io non sono mai riuscito a fischiare così senza impizzare i musi…
la simultaneità di 2 attese: di smaltire la sbronza e di un figlio che sta per nascere, il vuoto ed il pieno, l'ebbrezza dell'istante senza prima e senza poi e la forza travolgente di un'inizio che impegnerà tutta la vita … sono convinto che il bello della vita stia nel vedere l'uno dalla prospettiva dell'altro. che ne dici?
uh ricchione
ah, senza distanze non ci sarebbero storie diverse. la distanza è la sofferenza sopportabile che rende percepibile il legame d'amicizia..
ovvio, non s'ha da esagerare con sto dolore,
uh ricchione di prima