genialate mica da poco

Mi strappo con le dita qualche pelo dagli stinchi, giusto per passare il tempo.

Alla tivvù mandano un reality sciò ma non capisco qual’è, che ormai non li distinguo più. Non è snobismo il mio, è che davvero non ne capisco più un cazzo. E almeno così c’ho più tempo per strapparmi i peletti biondastri delle gambe. Accendo la tivvù e ci sono le riprese notturne di personaggi sconosciuti che danno le spalle alla telecamera. In sovrimpressione compare la scritta: Giovanni litiga con Federica a causa di Lorenzo.

Chi è Giovanni, chi è Federica, chi è Lorenzo, mi chiedo.

Vabbè.

Passo le notti con il portatile sulle ginocchia a comporre qualcosa di decente per il romanzino, e certe volte mi pare davvero di non potercela fare. Ogni volta si fanno le tre, e finisco le birre che mi servono a picchettare sul computer con maggiore scioltezza. La birra che passa in questi giorni, ve la raccomando, trentuno centesimi a lattina, il nome riportato sulla lattina è semplicemente “Birra”. Potrebbe fare schifo, e invece fa quasi schifo. Voglio dire, sono ancora vivo, ci sarà un perché.

La birra chiamata “Birra” è comunque una genialata. Come quelli che chiamano il proprio cane “Cane” e lo chiamano davvero così, senza altri nomi.  Ehi, Cane, vieni qua. Ehi Cane, come stai? Vedi un po’ dove si è infilato Cane, che non lo vedo da un po’.

Una genialata.

Certe volte, dicevo, mi pare di non potercela fare. Poi oggi accendo la tivvù, e scopro che Alessia Fabiani sta pubblicando la sua autobiografia scritta a quattro mani con Alberto Bevilacqua. Alessia Fabiani che Word continua a cambiarmela in Alessia Fagiani, e allora Alessia Fagiani sia. Non so se mi spiego, un’autobiografia. Quel poveraccio di Bevilacqua di cui una volta ho letto pure un libro, perché lo avevo trovato dimenticato in casa da chissà chi. Pare che Alberto Bevilacqua si sia trombato tutta la provincia di Parma, stando a quanto scritto in questo libro, se ricordo bene.

Comunque sia, se la celeberrima sciògirl Alessia Fagiani può scrivere un libro, allora ce la possiamo fare tutti. E quindi:

Cane? Ehi, Cane, vieni qua, mettiti a cuccia, su. Facciamo una passeggiata al parco, oppure ci mettiamo a scrivere un libro? Eh, che ne dici? Un bel saggio sulle palline da tennis insalivate, ti va?

16 pensieri su “genialate mica da poco

  1. Devo ammettere… anch’io chiamo la mia gattina “Micia”. L’avevo chiamata Nina/Ninetta ma non reagiva in nessun modo. E allora da quel momento ho deciso che si sarebbe chiamata semplicemente Micia/Micetta.

    Un appunto di carattere ortografico. Visto che stai scrivendo auesto romanzino, e secondo me ce la farai benissimo. Anzi, la tua scrittura è ironica, fresca, mi piace molto! Quindi ci tengo che tu faccia bella figura!Insomma… ricorda che QUAL E’ si scrive sempre senza apostrofo perché c’è troncamento, non elisione… Vabbé, lasciamo stare questi appunti grammaticali che se no il discorso diventa pesante. Perdonami, deformazione professionale. Ma se hai altri dubbi “grammaticali” sono a disposizione.
    In bocca al lupo!

    Miruzza

  2. in effetti è vero Miruzza, è più corretto scriverlo senza apostrofo. L’Accademia della Crusca ha aperto un dibattito sull’argomento (sullo argomento?) e pare che sia proprio così.

    Tuttavia un certo Franco Fochi, autore di “Lingua in rivoluzione” afferma che sia giusto scriverlo anche con l’apostrofo.

    A parte tutte queste menate, comunque, i miei errori ortografici, quando li faccio – e li faccio spesso – sono di solito assai più macroscopici.

    mi ci hai capisciuto?

  3. Carino il tuo blog!
    In effetti se Alessia Fagiani scrive un’autobiografia(piu’ che altro mi domando chi se la possa comprare a meno che non ci alleghi il nuovo calendario)davvero al mondo non ci sono piu’ limiti per nessuno.
    Io il prossimo anno penso che diverro’ astronauta per esempio.
    Un saluto,
    Marla

  4. Un mio amico in risparmio verbale ha chiamato il suo cane Vieniqui.
    Vieniqui.
    Vieniqui vai via.
    Vieniqui scendi.
    Vieniqui resta lì.
    Vieniqui vai a cuccia.
    Ora è in cura dal vittorinoandreoli dei cani.

  5. Io voglio chiamare il mio cane Uffa.

    Ma credo che il top l’abbia raggiunto un mio amico (chiamamijena.splinder.com) che ha chiamato il gatto Vattene.

    “Vieni, Vattene!”

  6. e poi la gente ironizza sui doppi sensi, gli eufemismi e il “chiamare le cose con il loro nome”. Gran scuola, signor Rafaeli, già mi ti vedo con l’occhialino intellettuale, il cane Cane alla destra e il pc Piccì sulle ginocchia.

  7. interessante ‘sta storia sul *qual è*… vabbe’, io appartengo ad une generazione assai remota e… … che volevo scrivere pure?… ah sì: alla scuola elementare alla nostra generazione ci hanno insegnato a scriverlo senza apostrofo a forza di bacchettate sulle mani e sulle gambe.

  8. Caro Rafeli, dibattito a parte io rimango una sostenitrice del partito “Qual E’ senzapostrofo”!
    Non mi pare che tu faccia errori d’ortografia macroscopici!
    Troppo severo con te stesso, caro Rafeli!…
    Forza e coraggio. Guarda che ti controllo, sai?! 🙂
    Buon lavoro e a presto.

    Miruzza

  9. vabbè, sì. lo possono scrivere tutti, senza impegno. ma con l’aiuto di bevilacqua. e per farti aiutare devi fartelo.
    vedi te.
    fossi in te m’impegnerei, eh.
    così. giusto perchè è un po’ imbiancato, il ragazzo. 😉

  10. con spontaneo amore mi viene da chiamare Cane il mio cane, è pratico anche…perchè con meno coraggio non riesco a chiamare Stronzo chi se lo merita, tipo certi Padroni Maleducati?

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