rafeli ha deciso che deve iniziare assolutamente ad avere un aspetto più rispettabile, in clinica. Basta con il camice sgualcito, con la faccia addormentata, con i sospiri di insofferenza. Basta. Ci vuole un po’ di contegno eecheddiamine. Altrimenti questi crucchi nei giorni a venire si ricorderanno di rafeli come di un pupazzetto sempre stanco ed inefficiente. E col camice sporco.
rafeli entra allora in clinica con passo sicuro. Si potrebbe dire anche, se non fosse una parola che suona davvero male, che è baldanzoso. Il baldanzoso rafeli apre la porta e saluta tutti . Si presenta con una virile stretta di mano ai clienti presenti. Ascolta con vero interesse le parole crucche che vengono spese a proposito del nuovo caso clinico del giorno. Non capisce un cazzo, il rafeli, ma è davvero un attore da soap opera, e nessuno se ne accorge. Ogni tanto aggiunge pure un “si, certo” oppure un “perché?” giusto per non sembrare assente.
Dai che ce la faccio, a sembrare una persona seria, ho pensato quel giorno. Dai che ce la faccio. Che qui inizio a sembrare il Pulcinella della situazione. L’ italiano pizzaiolo. L’ italiano pizza e fichi. Ma con chi pensano di avere accheffare?
I clienti se ne vanno e rimango nell’ambulatorio con la studentessa mia collega che intanto compila al pc alcuni moduli. Io nel frattempo non so cosa fare ma cerco di non fare niente con la schiena dritta, le braccia incrociate sul petto, sguardo clinico e professionale. Lei , la studentessa, si volta verso di me e mi fa un sorriso. Anzi, un sorrisetto. Eh, eh. Ed io, gioviale ma pur sempre professionale, rispondo: Eh, eh.
Lei di nuovo: Eh, eh.
Io sento che due sorrisetti nel giro di trenta secondi sono poco professionali, ma rispondo lo stesso: Eh, eh.
“Saluti da Cristina” mi dice.
“ Come hai detto, scusa? Cristina?”
“ Si, Cristina. L’ altra sera, alla festa…”
“Guarda – le dico – io con i nomi sono un po’ una frana…e poi l’altra sera ho parlato con tanta di quella gente che adesso davvero non ricordo…”
“ Eh, Eh” terzo sorrisetto. Al terzo sorrisetto non si risponde. Ne va della reputazione.
“ Ma con lei non c’ hai solo parlato, per quanto ne so”
Merda.
Flashback.
Il locale scuro e fumoso è strapieno. La musica è assordante. Questo posto è pieno di Britney Spears. In questo momento il dj ha messo su un pezzo dei red hot. C’ è un ondeggiamento della folla. Alcuni sprazzi di pogo. In un angolo si può notare, ma bisogna avere lo sguardo fino, il rafeli che si muove. Zoommiamo. Alcune Britney Spears ci impallano il rafeli. Ad una prima analisi sembra ballare. Ad una seconda analisi il suo ballare è invece solo un tentativo di rimanere in piedi. La birra ha rotto gli argini. Rafeli è un pilota d’ aereo che sa bene che sta per andare a schiantarsi e cerca di cadere in un luogo dove può fare meno vittime possibili. Rafeli si avvinghia a qualcosa di biondo e femmineo. Non ne siamo certi, la telecamera non arriva fin là. Il rafeli non è più sul radar. Lo abbiamo perso.
“ah, Cristina, certo. “
“Ti ricordi, allora?”
“ si , come no. Certo.”
“….”
“salutamela”
🙂 mi hai fatto sorridere e stasera ne avevo proprio bisogno…
bello il tuo blog, anche questo verde (come la mia stanza), magari se ti va fa un salto nel mio…
a presto, ire