ingredienti per Non Vedere il Soffitto

Questa ricetta è molto semplice.

Si prendono una decina di bloggher, li si mette tutti in una stessa stanza.

I bloggher, si sa, sono dei gran cervelloni, dei capoccioni mica male.

I bloggher, si sa, sono l’intelighenzia degli anni duemila.

Una volta radunata questa decina di bloggher capoccioni e cervelloni all’interno della stessa stanza, il gioco è fatto, non vedrete  più il soffitto, perché i testoni dei bloggher ( all’interno dei quali -si sa – ci sono le idee innovative degli anni duemila) con i loro capoccioni enormi vi oscureranno la visuale.

Tutto questo per dire cosa. Tutto questo per dire che l’altra sera qui a Bologna ha avuto luogo la grande adunata dei bloggher splinderiani, con i special guest(s) la Triade Fondatrice di splinder, dei quali  purtroppo ora non ricordo i nomi, e che quindi per comodità di narrazione verranno di seguito indicati come Qui Quo e Qua. Anzi no, ricordo che uno di loro si chiamava Marco. Dunque verranno indicati, per comodità di narrazione, come Qui Quo e Marco.

Siamo andati a cenare tutti together, in una trattoria che forse ci torno, forse No.

Abbiamo trovato i nostri tavoli ( prenotati!) disposti in un modo tale che ha fatto subito esclamare ai convitati bloggher “ Ma come? Ci hanno disposto a ferro di cavallo? ”. Quando poi la disposizione – a voler essere precisi – non era neanche a ferro di cavallo, ma bensì a Cazzo di Anatra. Questo non l’ho voluto dire per non rovinare la cena ai più.

Uno pensa: di cosa parlano i bloggher a cena? Di cosa parlano? Ma figurati se parlano di Template! Ma figurati! La risposta è : a cena, i bloggher, parlano di Template.

Ma non solo.

Pure di altro, è ovvio. Ad un certo punto ci siamo scaldati sulla questione: dopo quanto tempo di Log-in, Splinder decide di sloggarti autonomamente? Le correnti di pensiero erano: una settimana, un mese. Il Capo Splinder ( era Quo, o forse Qui) ha affermato: mi pare, ma non sono sicuro, che dovrebbe essere un mese, ma non sono sicuro. E – ovviamente – questa indecisione non ha fatto altro che alimentare le polemiche. Si parlava di Sloggamenti e Sloggature con tale fervore, che secondo me le due tipe sedute al tavolo vicino a noi si saranno chieste: sarà mica un congresso di ortopedici questo qua?

Ed invece.

La cosa che mi è piaciuta di Più: aver conosciuto gente con cui parlare, e parlare bene. Mi è piaciuto arrivare in Piazza Maggiore, con le panze piene e il passo pesante, e trovarci una Piazza Maggiore che-  lo sapete – certe sere in estate è di una bellezza scandalosa, e poter parlare, così all’improvviso, di libri letti e non letti, di libri amati e libri sfanculati, e capire di parlare con persone che davvero hanno amato o sfanculato i loro libri.

La Cosa che mi è piaciuta di Più  # 2 : uscire dalla trattoria e lì, ad uno sputo, trovarci una gelateria che ti fa pure le granite. Che culo.

La Cosa che mi è piaciuta Meno: il fatto che NonDicoChi mi abbia detto, dopo aver saputo che il mio è un blogghe anonimo e privo di immagini del sottoscritto, “ Secondo me chi c’ha il blog anonimo è un vigliacco”.

Giudizio ghigliottina, quantomeno, mi è venuto di pensare.

La Cosa che mi è piaciuta Meno # 2 : entrare nella gelateria che ti fa pure le granite, e scegliere la granita al gusto sbagliato – melone – e pensare che invece dovevo fare come Edi e prenderlo alla mandorla.

Siccome il resoconto della serata è lacunoso, vi dico di andare a vedere cosa ne ha scritto Kay, che poi è colei che ha organizzato la cosa, e che è molto ma molto più precisa del capoccione vigliacco che vi scrive ste righe.

29 pensieri su “ingredienti per Non Vedere il Soffitto

  1. noi con il gruppo di blogghe milanese pressoché disciolto (un blog raramente vive più di 2 anni) si aperitivava e ci si ubriacava parlando di grafica, copywriterismo e locali fighi. come sono diversi i milanesi!
    :p

  2. sono d’accordo con Ari, ma ti voglio tanto tanto bene, mi hai regalato l’emozione della ruota della morte, in piena notte poi…..non potrebbe essere altrimenti, e poi sei anche l’unico che legge i miei post sul mio blog, quindi ti devo tenere buono…

  3. la cosa del cazzo d’anatra non è una cavolata buttata lì per fare il simpatico, è vera.

    solo che per credermi avreste dovuto passare l’infanzia con una sedia sotto un pino a guardare le proprie anatre che trombano.

    sotto quel pino c’ero solo io, ai tempi.

    Ari:
    il post è rafaelicentrico? io direi che tutto il blogghe è rafaelicentrico. Comunque credo che il post di Kay lo sia ancora di più. E dunque c’ho la coscienza apposto.

  4. KAY:
    intendevo dire che paradossalmente nel tuo post sono nominato di più che nel mio.

    ERBASALVIA:
    il cazzo d’anatra non è facile da spiegare. In generale, si può dire che assume forme strane.

    Mistero.

  5. uh, vero il soffitto manco l’ho immaginato. In compenso ho bene in mente il guizzo di Paloma che ordina i tortellini alla panna e io che la seguo a ruota, discorsi su babbi che si tramutano in bloggers e un certo discorso sulle ricerche in google che ho voluto sperimentare appena tornata a casa. (Seguiva me che cade dalla sedia dal ridere… ma questo non è incluso nel splinderaduno e quindi…)

  6. Ognuno può fare ciò che vuole del suo blog…anche pubblicare ogni giorno foto di scaccolate mattutine.
    😉
    Grazie per aver lasciato un messaggio su vitadablogger.
    Il mio arricciamento di muso era verso la camera…visto che vengo sempre male in foto l’ho fatto a posta.
    Butterfly

  7. dovrò assolutamente andare a vedere il cazzo dell’anatra…..m’hai messo una curiosità…
    io sono anonimissima, ho il template più scarno della storia del blog….non solo non c’è la foto, ma nemmeno uno sputo d’immagine…….
    sarò messa alla gogna?
    sob

  8. siori e siore…qui ci sono i 43 gradi belli belli da sfinimento! Ma qui cos’è successo? La granita all’anatra?
    eheh, la granita da me, alla mandollla, iè n’autra cosa senti a mmia. 🙂

    nene exploit siculo

  9. Noooooo, Noooooo Gute Raise Noooooo, mi ricorda i miei tempi andati, quando ero alle superiori studiavo (avrei dovuto studiare) per cinque anni tedesco e il mio libro di testo (che chiaramente era per bambini dell’asilo), si chiamava “Gute Raise Mirko”, ora piango che bei tempi cacchio, anche se ora non saprei contare in tedesco da uno a dieci mi avete fatto piangere di gioia…sigh!

  10. Non riesco a raggiungere vette eccelse come “ragazza cacca cesso”; mi devo accontentare dei più modesti “negri froci musulmani” e “da quale animale deriva la mortadella”. Vorrei avere la e-mail di quest’ultimo individuo per spiegargli che deriva dall’ anatra. Dal cazzo, precisamente.

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